Emil 61
STORIA E VERBO
Come non amare la saggezza autunnale delle civiltà molli e svigorite? L'orrore del greco, come quello romano della decadenza, dinanzi alla freschezza e ai riflessi iperborei derivava dalla repulsione per le aurore, per la barbarie traboccante di avvenire e per le idiozie della salute. La splendente corruzione di ogni autunno storico è offuscata dalla vicinanza dello scita. Nessuna civiltà può spegnersi in un'agonia indefinita; le si aggirano attorno delle tribù, fiutando il lezzo dei cadaveri profumati... Così, l'amante dei tramonti contempla il fallimento di ogni raffinatezza e l'avanzata impudente della vitalità. Di tutto il divenire gli resta da raccogliere soltanto qualche aneddoto...
Un sistema di avvenimenti non prova più nulla: le grandi gesta sono ormai cose da fiabe e da manuali. Le imprese gloriose del passato, così come gli uomini che le suscitarono, interessano ormai soltanto per le belle parole che le hanno coronate. Guai al conquistatore privo di spirito! Gesù stesso, seppure dittatore indiretto da due millenni, non ha lasciato traccia nel ricordo dei suoi fedeli e dei suoi detrattori se non per quei frammenti di paradossi che costellano la sua vita così accortamente teatrale.Come interessarsi ancora a un martire, se non ha proferito una sola parola adeguata alla sua sofferenza? Noi serbiamo memoria delle vittime passate o recenti soltanto se il loro verbo ha immortalato il sangue che le ha macchiate. Gli stessi carnefici non sopravvivono se non in quanto furono commedianti: Nerone sarebbe stato dimenticato da un pezzo senza le sue arguzie da buffone sanguinario.
Quando al capezzale di un moribondo i suoi simili tendono l'orecchio ai suoi balbettii, non è tanto per decifrarvi un'ultima volontà, quanto piuttosto per raccogliere un motto lapidario da citare in futuro al fine di onorare la memoria del defunto. Se gli storici romani non tralasciano mai di descrivere l'agonia degli imperatori, è per inserirvi una sentenza o un'esclamazione che essi pronunciarono o che si ritiene abbiano pronunciato. Questo vale per tutte le agonie, anche per le più comuni. La vita non significa nulla, questo tutti lo sanno o lo intuiscono: che sia almeno salvata da qualche trovata verbale! Una frase alla svolta della loro vita - ecco, grossomodo, quello che si richiede ai grandi e ai piccoli. Se vengono meno a questa esigenza, a questo obbligo, sono perduti per sempre; giacché si perdona tutto, perfino i crimini, a patto che siano squisitamente commentati - e che appartengano al passato. Questa è l'assoluzione che l'uomo concede all'intera storia, quando nessun altro criterio si dimostra operante e valido; e lui stesso, ricapitolando l'inanità generale, non si riconosce altra dignità se non quella di un letterato del fallimento e di un esteta del sangue.
In questo mondo, dove le sofferenze si confondono e si cancellano, regna soltanto il Motto.