Emil 60


"LA PERDUTA GENTE"

Che idea strampalata quella di costruire dei gironi nell'Inferno, far variare a seconda dei compartimenti l'intensità delle fiamme e gerarchizzare i tormenti! L'importante è esserci: il resto - semplici fioriture o...bruciature. Nella città dell'alto - prefigurazione più mite di quella del basso, dato che entrambe dipendono dallo stesso padrone - l'essenziale non è essere qualcosa - re, borghese, bracciante - bensì aderire o sottrarsi. Potete sostenere questa o quella idea, avere un posto o strisciare, ma dal momento che i vostri atti e i vostri pensieri servono una forma di città reale o sognata, voi siete suoi idolatri e suoi prigionieri. L'impiegato più timido come l'anarchico più focoso, anche se con atteggiamenti diversi, vivono in funzione sua: entrambi sono interiormente cittadini, benché l'uno preferisca le pantofole e l'altro le bombe. I "gironi" della città terrestre, esattamente come quelli della città sotterranea, rinchiudono gli esseri in una comunità dannata, e li trascinano in una stessa sequela di sofferenze, in cui sarebbe ozioso cercare sfumature. Colui che dà il proprio consenso alle cose umane - sotto una qualsivoglia forma, rivoluzionaria o conservatrice che sia - si consuma in una dilettazione pietosa: mescola le sue nobiltà e le sue volgarità nella confusione del divenire...
All'essere non consenziente, che sta al di qua o al di là della città, e a cui ripugna intervenire nel corso dei grandi o dei piccoli avvenimenti, tutti i modi di vita in comune sembrano egualmente spregevoli. Per lui la storia può presentare soltanto il debole interesse delle delusioni reiterate e degli artifici prevedibili. Chi ha vissuto tra gli uomini, e spera ancora in un solo evento inatteso, non ha capito e non capira mai nulla. è maturo per la città: tutto deve essergli offerto, ogni carica e ogni onore. Ciò è proprio di tutti gli uomini - spiega la longevità di questo inferno sublunare.