Emil 116
Hegel è il grande responsabile dell'ottimismo moderno. Come ha potuto non vedere che la coscienza muta soltanto le sue forme e le sue modalità, ma non progredisce affatto? Il divenire esclude un compiacimento assoluto, un fine: l'avventura temporale si svolge senza una mira esterna a essa, e finirà quando le sue possibilità di avanzare saranno esaurite. Il grado di coscienza varia con le epoche, senza che tale coscienza in virtù della loro successione.
Noi non siamo più coscienti di quanto lo fossero il mondo greco-romano, il Rinascimento o il XVIII secolo; ogni epoca è perfetta in se stessa - e peritura. Vi sono momenti privilegiati in cui la coscienza si esaspera, ma non vi è mai stata un'eclissi della lucidità tale da rendere l'uomo incapace di affrontare i problemi essenziali, dato che la storia è soltanto una crisi perenne, anzi un fallimento dell'ingenuità. Gli stati negativi - per l'appunto quelli che esasperano la coscienza - si distribuiscono diversamente, ma sono presenti in tutte le epoche storiche; equilibrate e "felici", esse conoscono la Noia - termine naturale della felicità; squilibrate e tumultuose, subiscono la Disperazione e le crisi religiose che ne derivano. L'idea del Paradiso terrestre è composta di tutti gli elementi incompatibili con la Storia, con lo spazio in cui fioriscono gli stati negativi.