Emil 150


QUOUSQUE EADEM?

Che sia maledetta per sempre la stella sotto la quale sono nato, che nessun cielo voglia proteggerla, che essa si sbricioli nello spazio come una polvere senza onore! E l'istante proditorio che mi precipitò fra le creature sia per sempre depennato dalle liste del Tempo! I miei desideri non possono più accordarsi con questa mescolanza di vita e di morte in cui si avvilisce quotidianamente l'eternità. Stanco del futuro, ne ho attraversato i giorni, e tuttavia sono tormentato dall'intemperanza di non so quale sete. Come un saggio infuriato, morto al mondo e scatenato contro di esso, sopprimo le mie illusioni soltanto per fomentarle meglio. Questa esasperazione in un universo imprevedibile - nel quale peraltro tutto si ripete - non avrà dunque mai un termine? Fino a quando dovremo ridire a noi stessi: "Esecro questa vita che idolatro?".
La nullità dei nostri deliri fa di noi tutti altrettanti dèi sottomessi a un'insipida fatalità. Perchè insorgere ancora contro la simmetria di questo mondo quando il Caos stesso non è altro che un sistema di disordini? Dato che il nostro destino è quello di marcire con i continenti e con le stelle, trascineremo, come malati rassegnati, e sino alla fine del tempo, la curiosità verso un epilogo previsto, spaventevole e vano.