Emil 39



NON RESISTENZA ALLA NOTTE

All'inizio, crediamo di avanzare verso la luce; poi, stanchi di camminare senza scopo, ci lasciamo scivolare: la terra, sempre meno ferma, non ci sostiene più, si apre. Invano, cercheremmo di proseguire un tragitto soleggiato, le tenebre si dilatano dentro di noi e sotto di noi. Nessun chiarore può illuminarci mentre scivoliamo: l'abisso ci chiama e noi lo ascoltiamo. Sopra rimane ancora tutto ciò che volevamo essere, tutto ciò che non ha avuto il potere di sollevarci più in alto. E noi, un tempo amanti delle sommità, poi delusi da esse, finiamo con l'amare la nostra caduta, ci affrettiamo a compierla, strumenti di un'esecuzione strana, affascinati dall'illusione di toccare i confini delle tenebre, le frontiere del nostro destino notturno. Una volta che la paura del vuoto si sia trasformata in voluttà, quale fortuna muovere in senso contrario al sole! Infinito alla rovescia, dio che comincia sotto i nostri talloni, estasi dinnanzi alle crepe dell'essere e brama di un'aureole nera, il Vuoto è un sogno capovolto in cui ci inabissiamo.

Se la vertigine diventa la nostra legge, portiamo un nimbo sotterraneo, una corona nella nostra caduta. Detronizzati da questo mondo, portiamone via lo scettro per onorare la notte di un fasto nuovo.

(Eppure questa caduta - a parte i pochi istanti di tregua - è ben lungi dall'essere solenne e lirica. Di solito ci impantaniamo in un fango notturno, in un'oscurità non meno mediocre della luce...La vita è soltanto un torpore nel chiaroscuro, un'inerzia fra luci e ombre, una caricatura di quel sole interiore che ci fa credere indebitamente alla nostra eccellenza sul resto della materia. Niente prova che siamo qualcosa di più che niente. Per poter sentire costantemente quella dilatazione in cui rivaleggiamo con gli dèi, in cui le nostre febbri trionfano sulle nostre paure, dovremmo mantenerci a una temperatura talmente elevata che ci stroncherebbe in pochi giorni. Ma i nostri sono lampi di un istante; le cadute sono invece la regola. La vita è ciò che si decompone a ogni momento; è una monotona perdita di luce, un insulso dissolversi nella notte, senza scettri, senza aureole, senza nimbi).