Emil 55
L'IRRISIONE DI UNA "VITA NUOVA"
Inchiodati a noi stessi, non abbiamo più la facoltà di deviare dal cammino iscritto nell'innatismo della nostra disperazione. Farci esentare dalla vita perchè essa non è il nostro elemento? Nessuno rilascia certificati di inesistenza. Dobbiamo perseverare nel respiro, sentire l'aria bruciarci le labbra, accumulare rimpianti dentro una realtà che non abbiamo desiderato, e rinunciare a dare una spiegazione al Male che alimenta la nostra rovina. Quando ogni momento del tempo si avventa su di noi come un pugnale, e la nostra carne, sollecita dai desideri, rifiuta di pietrificarsi - come sopportare che un solo istante si aggiunga alla nostra sorte? Attraverso quali artifici possiamo trovare la forza dell'illusione per metterci alla ricerca di un'altra vita, di una vita nuova?
Il fatto è che tutti gli uomini che gettano uno sguardo sulle loro rovine passate credono - per evitare le rovine future - che sia in loro potere ricominciare qualche cosa di radicalmente nuovo. Fanno a se stessi una promessa solenne e attendono un miracolo che li tiri fuori dal baratro mediocre in cui il destino li ha sprofondati. Ma non accade nulla. Tutti continuano a essere gli stessi, modificati soltanto dall'accentuarsi di quella tendenza a decadere che è il loro marchio. Intorno a noi non vediamo che ispirazioni e ardori degradati: ogni uomo promette tutto, ma ogni uomo vive per conoscere la fragilità della propria scintilla e la mancanza di genialità della vita. L'autenticità di un'esistenza consiste nella propria rovina. La fioritura del nostro divenire: cammino in apparenza glorioso, e che conduce a un fallimento; il rigoglio dei nostri doni: camuffamento della nostra cancrena... Sotto il sole trionfa una primavera di carogne; la Bellezza stessa altro non è che la morte che si pavoneggia nei germogli...
Non ho conosciuto vita "nuova" che non fosse illusoria e compromessa alla radice. Ho visto ciascun uomo procedere nel tempo per isolarsi in un rimuginio angoscioso e ricadere in se stesso, con la smorfia inattesa delle proprie speranze quale unico segno di rinnovamento.