Emil 88


Montesquieu sostiene che, alla fine dell'Impero, l'esercito romano era composto solamente dalla cavalleria. Ma trascura di indicarcene la ragione. Immaginiamo il legionario saturo di gloria, ricchezza e depravazione dopo aver percorso innumerevoli paesi e aver perso la sua fede e il suo vigore a contatto con tanti templi e tanti vizi, immaginiamolo a piedi! Ha conquistato il mondo da fante; da cavaliere lo perderà. In ogni forma di mollezza si rivela un'incapacità fisiologica di aderire ancora ai miti della città. Il soldato emancipato e il cittadino lucido soccombono di fronte al barbaro. La scoperta della Vita annienta la vita.
Quando un intero popolo, a livelli diversi, va a caccia di sensazioni rare; quando, con le sottigliezze del gusto, complica i propri riflessi, significa che è passato a un grado di superiorità fatale. La decadenza non è che l'istinto diventato impuro sotto l'azione della coscienza. Non si terrà mai abbastanza conto della gastronomia nell'esistenza di una collettività. L'atto cosciente di mangiare è un fenomeno alessandrino; il barbaro si nutre. L'eclettismo intellettuale e religioso, l'ingegnosità sensuale, l'estetismo - e l'ossessione della buona tavola - sono i segnali diversi di una stessa forma di spirito. Quando Gavio Apicio peregrinava lungo le coste africane alla ricerca di aragoste, senza tuttavia stabilirsi in alcun luogo perchè non riusciva a trovarne di suo gusto, si rivelava contemporaneo di quelle anime inquiete che adoravano la moltitudine degli dèi stranieri senza trovarvi né appagamento né pace. Sensazioni rare - divinità diverse, frutti paralleli di una stessa aridità, di una stessa curiosità senza molla interiore. Apparve il cristianesimo: un solo Dio - e il digiuno. Cominciò così un'èra triviale e sublime...
Un popolo muore quando non ha più forza di inventare nuovi dèi, nuovi miti, nuove assurdità; i suoi idoli impallidiscono e scompaiono; ne attinge altrove, e si sente solo di fronte a mostri sconosciuti. è ancora la decadenza. Se però uno di quei mostri prevale, un altro mondo si mette in moto, rozzo, oscuro, intollerante, fino a quando non esaurisce il suo dio e se ne affranca; perchè l'uomo è libero - e sterile - solo nelle epoche in cui gli dèi muoiono; schiavo - e creatore - solo in quelle in cui - tiranni - essi prosperano.