Emil 94



Quando un popolo non ha più alcun pregiudizio nel sangue, non gli resta altra risorsa che la volontà di disgregarsi. Imitando la musica, disciplina della dissoluzione, dà l'addio alle passioni, all'effusione lirica, alla sentimentalità, all'accecamento. Ormai non potrà più adorare senza ironia: il sentimento della distanza sarà per sempre il suo retaggio.
Il pregiudizio è una verità organica, falsa in se stessa, ma accumulata per generazioni e trasmessa: non ce ne si può disfare impunemente. Il popolo che vi rinuncia senza scrupoli rinnega poi se stesso fino al punto di non avere più niente da rinnegare.
La durata e la consistenza di una collettività coincidono con la durata e la consistenza dei suoi pregiudizi. I popoli orientali devono la loro perennità alla fedeltà verso se stessi: non essendosi evoluti, non si sono traditi; e non hanno vissuto, nel senso in cui la vita è concepita presso le civiltà dal ritmo precipitoso, le sole di cui si occupi la storia; perchè la storia, disciplina delle aurore e delle agonie affannose, è un romanzo che aspira al rigore e attinge la sua materia dagli archivi del sangue...