Emil 96


C'è un Weltschmerz, un "male del secolo", che è solo la malattia di una generazione; ce n'è un altro che si sprigiona da tutta l'esperienza storica e che s'impone come l'unica conclusione per i tempi a venire. è il vague à l'ame, la malinconia della "fine del mondo". Tutto cambia aspetto, perfino il sole, tutto invecchia, perfino l'infelicità...

Incapaci di retorica, noi siamo i romantici del disinganno lucido. Oggi Werther, Manfred, René, conoscendo il loro male, lo manifesterebbero senza pompa. Biologia, fisiologia, psicologia - nomi grotteschi che, sopprimendo l'ingenuità della nostra disperazione e introducendo l'analisi dei nostri canti, ci fanno disprezzare la declamazione! Passate per i Trattati, le nostre dotte amarezze spiegano le nostre onte e classificano le nostre frenesie.

Quando la coscienza arriverà a sovrastare tutti i nostri segreti, quando dalla nostra infelicità sarà sgomberato l'ultimo residuo di mistero, ci resterà ancora un po' di febbre e di esaltazione per contemplare la rovina dell'esistenza e della poesia?