Emil 98
Secondo Meister Eckhart, la divinità precede Dio, ne è l'essenza, il fondo insolubile. Che cosa troveremmo, nel più intimo dell'uomo, che ne definisca la sostanza in opposizione all'essenza divina? La nevrastenia; essa dunque sta all'uomo come la divinità sta a Dio.
Viviamo in un clima di sfinimento; l'atto di creare, di forgiare, di fabbricare, è meno significativo per se stesso che non per il vuoto, per la caduta che lo segue. Rispetto ai nostri sforzi, sempre e inevitabilmente compromessi, il fondo divino e inesauribile si situa fuori del campo dei nostri concetti e delle nostre sensazioni. L'uomo è nato con la vocazione alla stanchezza: quando adottò la stazione eretta e diminuì così le sue possibilità d'appoggio, si condannò a debolezze sconosciute all'animale che era stato. Portare su due gambe tanta materia e tutti i disgusti che vi si connettono!
Le generazioni accumulano la stanchezza e la trasmettono; i nostri padri ci lasciano in eredità un patrimonio di anemia, riserve di scoraggiamento, risorse di decomposizione e un impulso a morire che diventa più potente dei nostri istinti di vita. è così che l'abitudine a sparire, sostenuta dal nostro capitale di stanchezza, ci permetterà di realizzare, nella carne diffusa, la nevrastenia - la nostra essenza...