Emil 123
FLUTTUAZIONI DELLA VOLONTà
"Conoscete quella fornace della volontà in cui niente resiste ai vostri desideri, in cui la fatalità e la gravitazione perdono il loro imperio e dileguano davanti alla magia del vostro potere? Sicuri che il vostro sguardo risusciterebbe un morto, che la vostra mano farebbe fremere la materia sulla quale si posa, che le pietre palpiterebbero al vostro contatto, che tutti i cimiteri si illuminerebbero in un sorriso d'immortalità -ripetete a voi stessi: "Ormai non ci sarà più altro che una primavera eterna, una danza di prodigi, e la fine di tutti i sonni. Ho portato un altro fuoco: gli dèi impallidiscono e le creature giubilano; la costernazione si è impadronita delle volte celesti e il frastuono è disceso nelle tombe".
... Qui l'amatore di parossismi, senza più fiato, tace - ma solo per riprendere, con l'accento del quietismo, parole di abbandono:
"Avete mai provato quella sonnolenza che si trasmette alle cose, quella mollezza che indebolisce le linfe e fa sognar loro un autunno vincitore delle altre stagioni? Al mio passaggio le speranze si addormentano, i fiori avvizziscono, gli istinti cedono: tutto cessa di volere, tutto si pente di aver voluto. E ogni essere vivente mi sussurra: "Vorrei che un altro vivesse la mia vita, Dio o lumaca che fosse. Aspiro a una volontà d'inazione, a un infinito irrealizzato, a un'atonia estatica degli elementi, a un'ibernazione in pieno sole che intorpidisca tutto, dal maiale alla libellula..."