Emil 125
IL ROVESCIO DELLA MEDAGLIA
Occorre una buona dose d'incoscienza per dedicarsi senza riserva a checchessia. I credenti, gli innamorati, i discepoli non scorgono se non una faccia delle loro divinità, dei loro idoli, dei loro maestri. Il fervento resta ineluttabilmente ingenuo. C'è forse sentimento puro in cui la mescolanza della grazia e dell'imbecillità non si tradisca, e ammirazione beata senza eclissi dell'intelligenza? Chi intravede simultaneamente tutti gli aspetti di un essere umano o di una cosa resta per sempre indeciso fra lo slancio e lo stupore. Sezionate una fede qualsiasi: quale fasto del cuore - e quante turpitudini là sotto!
è l'infinito sognato in una fogna, di cui serba, incancellabili, l'impronta e il fetore. C'è un notaio, in ogni santo, un droghiere e il fetore. C'è un notaio in ogni santo, un droghiere in ogni eroe, un portinaio nel martire.
In fondo ai sospiri si cela un ghigno; ai sacrifici e alle devozioni si mescolano i vapori del bordello terreno.Osservate l'amore: vi è effusione più nobile, accesso meno sospetto? I suoi brividi gareggiano con la musica, rivaleggiano con le lacrime della solitudine e dell'estasi: è il sublime, ma un sublime inseparabile dalle vie urinarie: trasporti vicini all'escrezione, paradiso delle ghiandole, santità improvvisa degli orifizi...Basta un momento d'attenzione perchè questa ebbrezza, sbollita, vi risospinga nell'immondizia della fisiologia, o un istante di stanchezza per constatare che tanto ardore produce solo una varietà di muco. Lo stato di veglia nelle nostre ubriacature ne altera il sapore e trasforma chi le subisce in un visionario che calpesta pretesti ineffabili. Non si può amare e conoscere nello stesso tempo senza che l'amore ne soffra e muoia sotto lo sguardo della mente. Esaminate i nostri slanci di ammirazione, scrutate chi beneficia del vostro culto e chi approfitta dei vostri abbandoni: sotto i loro pensieri più disinteressati scoprirete l'amor proprio, il pungolo della gloria, la sete di dominio e di potere. Tutti i pensatori sono dei falliti dell'azione che si vendicano della loro sconfitta per il tramite dei concetti. Nati al di qua dell'atto, essi lo esaltano o lo screditano a seconda che aspirino alla riconoscenza degli uomini o a quell'altra forma di gloria che è il loro odio; ed elevano indebitamente le loro deficienze e le loro miserie al rango di leggi, la loro futilità al livello di un principio. Il pensiero è una menzogna al pari dell'amore o della fede. Giacché le verità sono frodi e le passioni odori, e in fin dei conti la scelta è fra ciò che mente e ciò che puzza.