Emil 142


SU UN IMPRESARIO DI IDEE

Abbraccia tutto e tutto gli riesce; non c'è niente di cui non sia contemporaneo. Tanta energia negli artifici dell'intelletto, tanta facilità nell'abbordare tutti gli ambiti dello spirito e della moda - dalla metafisica fino al cinema - abbaglia, deve abbagliare. Nessun problema gli resiste, nessun fenomeno gli è estraneo, nessuna tentazione lo lascia indifferente. è un conquistatore che ha soltanto un segreto: la sua mancanza di emozione; non gli costa niente affrontare qualsiasi cosa, poiché non ci mette nessun accento personale. Le sue costruzioni sono magnifiche, ma senza sale: poche categorie racchiudono esperienze intime, ordinate come in uno schedario di disastri o in un catalogo di inquietudini. Vi sono classificate le tribolazioni dell'uomo, così come la poesia della sua lacerazione. L'Irrimediabile è diventato sistema, anzi è diventato esibizione, esposto come un qualsiasi articolo in commercio, vera manifattura di angosce. Il pubblico se ne avvale; il nichilismo da boulevard e l'amarezza degli sfaccendati se ne pascono.
Pensatore senza destino, infinitamente vacuo e meravigliosamente vasto, egli sfrutta il proprio pensiero, vuole che sia sulle labbra di tutti. Nessuna fatalità lo perseguita: e se fosse nato all'epoca del materialismo, ne avrebbe seguito il semplicismo e gli avrebbe dato un'estensione insospettabile; se fosse vissuto in quella del romanticismo, avrebbe messo insieme una summa di fantasticherie; e se fosse comparso in piena epoca teologica, avrebbe maneggiato Dio come qualsiasi altro concetto. La sua abilità a prendere di petto i grandi problemi sconcerta: tutto in essa è notevole, salvo l'autenticità. Intrinsecamente apoetico, parla del nulla ma non ne conosce il brivido; i suoi disgusti sono riflessi; le sue esasperazioni, controllate e come inventate a posteriori; al tempo stesso, però, la sua volontà, di un'efficacia sovrannaturale, è così lucida che egli potrebbe essere poeta se lo volesse e, aggiungerei, santo, se ci tenesse... Poiché non ha né preferenze né prevenzioni, le sue opinioni sono accidenti; rincresce che ci creda: quello che interessa è soltanto il procedimento del suo pensiero. Se lo sentissi predicare dal pulpito non ne sarei sorpreso: poiché egli si colloca al di là di tutte le verità, le padroneggia e nessuna gli è necessaria o organica...
Avanzando come un esploratore, conquista regno dopo regno; i suoi passi, al pari dei suoi pensieri, sono imprese; il suo cervello non è il nemico dei suoi istinti; egli si innalza al di sopra degli altri, non avendo provato né stanchezza né quella mortificazione astiosa che paralizza i desideri. Figlio di un'epoca, ne esprime le contraddizioni, l'inutile crescita; e quando si lanciò alla sua conquista, vi mise tanta coerenza e tanta ostinazione che il suo successo e la sua fama eguagliano quelli della spada e riabilitano lo spirito con mezzi che, fino a ora, gli erano odiosi o sconosciuti.