Emil 147


NOI TROGLODITI...

I valori non si accumulano: una generazione apporta qualcosa di nuovo solo calpestando quello che di unico vi era nella generazione precedente. Questo vale ancora di più per la successione delle epoche: il Rinascimento non ha potuto "salvare" la profondità, le chimere, il genere di barbarie propri del Medioevo; il secolo dei Lumi, a sua volta, non ha serbato del Rinascimento altro che il senso dell'universale, ma senza il pathos che ne segnava la fisionomia. L'illusione moderna ha sprofondato l'uomo nelle intermittenze del divenire: egli vi ha perduto il suo fondamento nell'eternità, la sua "sostanza". Ogni conquista - spirituale o politica - implica una perdita; ogni conquista è un'affermazione... micidiale. Nell'ambito dell'arte, il solo nel quale si possa parlare di vita dello spirito, un "ideale" non si instaura se non sulla rovina di quello che lo ha preceduto: ogni vero artista tradisce i suoi predecessori... Non c'è superiorità nella storia: repubblica-monarchia; romanticismo-classicismo; liberalismo-dirigismo;naturalismo-arte astratta; irrazionalismo-intellettualismo: le istituzioni, come le correnti del pensiero e del sentimento, si equivalgono. Una certa forma dello spirito non potrebbe assumerne un'altra; si è qualche cosa soltanto per esclusione: nessuno può conciliare l'ordine e il disordine, l'astrazione e l'immediatezza, lo slancio e la fatalità. Le epoche di sintesi non sono affatto creatrici: esse riassumono il fervore delle altre, ed è un riassunto confuso, caotico, dato che ogni eclettismo è un indizio della fine.
Ad ogni passo in avanti ne segue uno indietro: ecco l'infruttuosa frenesia della storia - questo divenire... stazionario... il fatto
che l'uomo si sia lasciato lusingare dal miraggio del Progresso rende ridicole le sue pretese di sottigliezza. Il Progresso? Lo si trova forse nell'igiene... Ma altrove? Nelle scoperte scientifiche? non sono che un cumulo di glorie nefaste...
Chi, in buona fede, potrebbe scegliere fra l'età della pietra e quella degli strumenti moderni? Vicini alla scimmia nell'una quanto nell'altra, diamo la scalata alle nuvole per gli stessi motivi per i quali ci arrampicavamo sugli alberi: soltanto i mezzi della nostra curiosità - pura o criminale - sono cambiati e, con riflessi travestiti, siamo più variamente rapaci. è un semplice capriccio accettare o rifiutare un periodo: dobbiamo accettare o rifiutare la storia in blocco. L'idea del progresso ci rende tutti dei fatui sulle vette del tempo, ma queste vette non esistono: il troglodita che tremava di spavento nelle caverne continua a tremare nei grattacieli. Il nostro capitale di infelicità si conserva intatto attraverso le epoche; abbiamo tuttavia un vantaggio rispetto ai nostri antenati: quello di aver investito meglio questo capitale, perchè abbiamo organizzato meglio il nostro disastro.