Emil 139
OPINIONI SULLA TOLLERANZA
Segni di vita: la crudeltà, il fanatismo, l'intolleranza; segni di decadenza: l'amabilità, la comprensione, l'indulgenza... Finché un'istituzione si fonda su istinti forti, non ammette nemici né eretici: li massacra, li brucia o li rinchiude. Roghi, patiboli, prigioni, non è stata la malvagità a inventarli, ma la convinzione, qualsiasi convinzione totale. Una fede si instaura? Presto o tardi la polizia ne garantirà la "verità". Gesù - dal momento che volle trionfare fra gli uomini - avrebbe dovuto prevedere Torquemada, conseguenza ineluttabile del cristianesimo tradotto nella storia. E se l'agnello non ha previsto il carnefice della Croce, suo futuro difensore, allora merita il suo epiteto. Con l'Inquisizione la Chiesa diede prova di avere ancora una grande vitalità; analogamente i re con il loro potere assoluto. Tutte le autorità hanno la loro Bastiglia: più un'istituzione è potente e meno è umana. L'energia di un'epoca si misura dal numero degli uomini che soffrono, e una credenza religiosa o politica si afferma solo grazie alle vittime che provoca, dato che la bestialità è il carattere primordiale di ogni riuscita nel tempo. Là dove un'idea si impone ci sono teste che cadono; essa non può imporsi se non a spese delle altre idee e delle teste che le concepirono o le difesero.
La Storia conferma lo scetticismo; eppure essa non è e non vive se non calpestandolo; nessun avvenimento sorge dal dubbio, ma tutte le considerazioni sugli avvenimenti conducono al dubbio e lo giustificano. Ciò significa che la tolleranza - bene supremo della terra - ne è allo stesso tempo il supremo male. Ammettere tutti i punti di vista, le convinzioni più disparate, le opinioni più contraddittorie presuppone una condizione generale di stanchezza o di sterilità. Si arriva a questo miracolo: gli avversari coesistono - ma appunto perchè non possono più esserlo; le opposte dottrine si riconoscono reciprocamente dei meriti perchè nessuna ha abbastanza energia per affermarsi. Una religione muore quando tollera verità che la escludono; ed è proprio morto il dio nel nome del quale non si uccide più. Se un assoluto si dilegua, un vago lucore di paradiso terrestre balugina... lucore fugace, giacché l'intolleranza costituisce la legge delle cose umane. Le collettività si consolidano soltanto sotto le tirannidi, e si disgregano in un regime clemente; allora, in un soprassalto di energia, si mettono a soffocare le loro libertà e ad adorare i loro carcerieri plebei o coronati. Le epoche di terrore prevalgono su quelle di calma; l'uomo è contrariato molto di più dall'assenza che dall'abbondanza di avvenimenti; così la Storia è il prodotto sanguinoso del suo rifiuto della noia.